George Boole
George Boole è uno dei fondatori della moderna logica matematica.
Nasce in Gran Bretagna ed insegna a lungo in Irlanda. Muore non ancora cinquantenne per una polmonite. Si dice che si fosse bagnato dopo un violento acquazzone e, essendo in ritardo per la lezione, non si fosse cambiato: proprio da questo episodio di passione per l'insegnamento potrebbe aver avuto origine la polmonite.
Nelle sue ricerche si propose di studiare le regole logiche di ragionamento e di esprimerle in un linguaggio simbolico, di tipo matematico. Il suo nome è oggi legato alle algebre di Boole, di grande importanza sia in matematica sia in informatica.
Mary Everest Boole
Mary Everest Boole coltivò il suo interesse per la matematica, la logica e la psicologia dell’apprendimento studiando per lo più in casa, come autodidatta. Ebbe anche dei tutor, l’ultimo dei quali fu George Boole, anche lui autodidatta, che sposò nel 1855. Mary contribuì all’edizione delle opere di Boole sulla logica e sull’algebra.
Alla morte di George Boole, dopo 10 anni di matrimonio e 5 figlie, Mary andò a lavorare nella libreria del Queens College, uno dei primi collegi femminili di Londra. Iniziò allora a tenere seminari informali per le studentesse sull’educazione scientifica delle bambine e dei bambini, facendo così diffondere le sue idee sulla psicologia infantile. Sviluppò diverse metodologie per l’apprendimento della matematica. Una di queste fu il “ricamo di curve”, che consisteva nel collegare con fili tesi punti posti sul bordo di stoffe da ricamo, ottenendo configurazioni e inviluppi di curve (similmente a quanto da noi proposto nel percorso di TALES). Secondo Mary questa attività, che consigliava di eseguire fin dall’infanzia, stimola l’immaginazione matematica. Riteneva che agli studenti dovessero essere dati oggetti matematici con cui giocare e sviluppare, al proprio ritmo, idee di regolarità e schemi mentali. L’avanzamento del pensiero scientifico doveva risultare da un continuo mettersi in discussione: dare ai ragazzi spiegazioni scientifiche già pronte, nascondendo loro il cammino seguito per ottenerle, ne avrebbe rovinato la potenza pedagogica.
«È un errore supporre che l’unica preparazione alla scienza possibile sia un insegnamento precoce delle materie scientifiche. Un atteggiamento precoce è molto più importante di un insegnamento precoce.»